MOVIMENTI SONORIARMONIE RELAZIONALI NELLO SCORRERE DEI RITMI VITALI

Il focus del congresso è centrato sulle relazioni tipiche dei vari cicli vitali (infanzia, adolescenza, età adulta, vecchiaia) e sulle sonorità che caratterizzano le differenze di età, analizzate nelle loro espressioni artistiche, comunicative e clinico-terapeutiche. RAZIONALE SCIENTIFICO di Manuela Guadagnini, Mario Degli Stefani Avete mai pensato ad un mondo senza suono, senza musica?
Il mondo di oggi è invaso da suoni la cui funzionalità non è sempre facilmente definibile.
Il suono gioca un ruolo importante in tutte le attività umane, così come nella fruizione di contesti, ambienti, paesaggi.
Eppure esiste un suono che, più di altri, l’uomo non tollera: l’assenza di suono.
Nella situazione sperimentale di una “camera anecoica” – ambiente chiuso progettato per essere totalmente privo di eco – si avverte il proprio respiro, il proprio battito cardiaco, i polmoni dilatarsi; c’è un tale silenzio che nessuno vi resiste per più di 45 minuti e già dopo 15’ possono comparire allucinazioni o addirittura svenimento.

Pare dunque che il suono sia elemento fondamentale per l’equilibrio psicofisico umano e che rivesta un ruolo determinate per la strutturazione dell’Identità. Oggi sappiamo con certezza che nell’ambiente intrauterino, in cui ogni essere umano vive il periodo della sua prima e più delicata formazione, grazie ad interazioni sonore, si costruisce la prima forma di relazione che getta le basi per una futura consapevolezza della propria alterità.
Dal suono alla musica il passo è breve.
La musica è stata definita dall’etnomusicologo Jhon Blaking come “suono umanamente organizzato” perché la sua funzione profonda è quella di incrementare la qualità dell’esperienza individuale e delle relazioni umane all’interno delle comunità. In ogni momento della nostra vita siamo sempre in relazione con l’altro e il nostro Sé si costituisce proprio grazie alle relazioni significative in cui molto spesso la musica fa da “elemento moderatore”.
Luciano Berio sosteneva che “la musica non è mai sola” perché infatti nasce e si articola in diverse forme e funzioni laddove esistano vita e comunicazione umana, perché la musica è una forma di comunicazione che riflette e interagisce con il contesto sociale nel quale è generata e agita.
Ogni cultura ha la sua musica, ogni paese ha la sua musica, ogni età del ciclo di vita ha la sua musica.
Così, pure nel contesto della salute mentale, il linguaggio sonoro-musicale sembra offrire un’ottima possibilità di comunicare a vari livelli e anche in aree di sofferenza psichica profonde, dove la capacità di elaborare emozioni e sentimenti in un pensiero esprimibile e condivisibile riduce notevolmente il raggio di una azione terapeutica fondata sul linguaggio parlato.
Un ponte reale e strutturato tra il sentire e l’agire: contenitore espressivo e opportunità trasformativa per rendere visibili le emozioni non con le parole, in uno spazio centrato sulla persona.
Il congresso “MOVIMENTI SONORI. Armonie relazionali nello scorrere dei ritmi vitali” intende soffermarsi su alcune relazioni tipiche dei vari cicli vitali (infanzia, adolescenza, età adulta, vecchiaia) e sulle sonorità che caratterizzano le differenze di età, analizzate nelle loro espressioni artistiche, comunicative e clinico-terapeutiche.
Rilasciato attestato di partecipazione.